Diritto di famiglia
Separazioni, divorzi, interruzione delle convivenze
Non di rado mi capita di conoscere genitori che tollerano una convivenza non più gradita per paura di subire da parte dell’altro/a ritorsioni, allontanamento dei figli o spropositate richieste di mantenimento: molto spesso manca ogni presupposto perché la parte intenzionata ottenga questi risultati.
Quando un’unione volge al capolinea, dunque, è importante conoscere il prima possibile quali sono i propri diritti e quali possono essere i risvolti più probabili delle proprie istanze in sede giuridica, per poter scegliere più consapevolmente come agire e, in molti casi, per trovare rassicurazioni, liberarsi di timori infondati e procedere secondo i propri reali desideri.
È, poi, essenziale definire gli obiettivi mantenendo i piedi per terra e sforzandosi di mettere per un momento da parte la rabbia e l’amarezza che spesso accompagnano le varie fasi del giudizio: questo ci consentirà di raggiungere più facilmente il miglior risultato possibile.
Se è stato celebrato un matrimonio, civile o concordatario, le strade percorribili per conseguire lo status di separato/a saranno due: quella della separazione consensuale e quella della separazione giudiziale.
Separazione consensuale
La separazione consensuale rappresenta l’iter che seguiremo se sarà possibile raggiungere un accordo con l’altra parte circa l’assegnazione della casa coniugale, il collocamento dei figli, le modalità di visita del genitore non collocatario, l’importo del contributo al loro mantenimento ed eventualmente il mantenimento per lo stesso coniuge. Verrà depositato un ricorso, sottoscritto da entrambi i coniugi, che descrive quali sono le condizioni accettate e, dopo non molto tempo, si terrà una sola udienza alla quale tu e il tuo coniuge parteciperete personalmente. Davanti al giudice dovrete confermare di non voler tornare insieme e di accettare le condizioni precisate nel ricorso.
A distanza di poco tempo la sentenza di separazione verrà omologata, ossia acquisirà la forza di un titolo esecutivo e da quel momento agli effetti di legge sarai ufficialmente separato.
Separazione giudiziale
Quando un accordo non è raggiungibile, ma sei determinato a separarti, o è determinato a separarsi il tuo coniuge, verrà avviato il procedimento di separazione giudiziale nei confronti dell’altra parte. In questo caso si aprirà un vero e proprio processo civile, più lungo e articolato, talvolta inevitabile, nell’ambito del quale potranno anche essere ascoltati testimoni e richieste indagini da parte della polizia tributaria, volte, per esempio, ad accertare il reddito di una o di entrambe le parti. Il giudice potrà anche decidere di ascoltare il figlio minore, se maggiore di 12 anni o comunque in grado di discernere. In attesa della definizione del procedimento, il giudice potrà disporre provvedimenti temporanei ed urgenti, che regolamenteranno provvisoriamente gli obblighi dei coniugi.
Regolamentazione dei rapporti con i figli nati da convivenze
Sono sempre più frequenti le coppie che scelgono di non convolare a nozze.
Talvolta si pensa che in queste situazioni, in caso di interruzione della convivenza, definire la realtà in sede giuridica sia un optional, senza considerare che i rapporti con il precedente partner, anche se inizialmente fossero buoni, potrebbero, subire un deterioramento anche improvviso.
Per non farsi cogliere impreparati, nell’ipotesi in cui ci si ritrovi a navigare in cattive acque, è essenziale adire il Tribunale competente per ottenere una sentenza che stabilisca quando ogni genitore deve tenere con sé i propri figli (almeno in caso di disaccordo) ed in che misura il coniuge che non ha i figli collocati con sé debba contribuire al mantenimento degli stessi.